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L’Isis minaccia Roma

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Videomessaggio ottobre 2014

Videomessaggio ottobre 2014

“Conquisteremo Roma”. Ci avvertono già da alcuni anni. Roma come simbolo dell’Italia, Roma ed il Vaticano. L’ultimo input ai lupi solitari viene infine preso seriamente. Nel 2015, la rivista di propaganda dell’Isis già aveva pubblicato una foto con la bandiera nera del califfato sopra l’obelisco di piazza San Pietro. Al Adnani, l’allora portavoce dell’Isis, ucciso nel 2016, aveva più volte minacciato il Vaticano nei suoi video con frasi quali “La nostra strada ci porterà sino a Roma, anche se gli apostati e gli ipocriti ci disprezzano”.

Ora ci si è finalmente accorti che i “lupi solitari” tanto solitari non sono e che rispondono da tempo ad input ben precisi. In questi anni, ogni volta che si è parlato di individui isolati dopo un attentato, si sono poi scoperte connessioni a cellule opportunamente risvegliate. Le tecniche degli attentatori sono tecniche militari anche se spesso si è iniziato col dire che si trattava di “fai da te”.

Va inoltre preso seriamente in considerazione il fatto che molti uomini sono di ritorno in Europa da Siria ed Iraq  dove si sono addestrati. E ad ogni indagine emergono prove dei collegamenti internazionali tra le cellule terroristiche. E questo già da tempo.

Mohamed Merah, che nel 2012 assassinò tre militari ed attaccò una scuola ebraica di Tolosa uccidendo quattro persone si era radicalizzato in Pakistan ed Afganistan. Uno dei due fratelli Kouachi, Oman, si era addestrato in Yemen.  Salah Abdeslam, uno dei terroristi del massacro del 13 novembre 2015 a Parigi, tra le sue poche dichiarazioni ha confermato che l’attentato fosse previsto esattamente nel luogo indicato, ma che non avvenne, in quanto lo stesso Salah rinunciò a farsi esplodere. Questo prova come ci fosse un collegamento tra la cellula franco-belga e l’organizzazione madre di al-Baghadi. Nonostante la rinuncia, i jihadisti festeggiarono in Siria anche l’attentato mancato, dandolo per scontato. La prova del nove del filo conduttore tra i cosiddetti lupi solitari e l’Isis.

L’uso di Internet per le comunicazioni e la radicalizzazione è ormai un’ovvietà e l’Italia deve recuperare il ritardo politico in merito alla sicurezza interna e prendere serie decisioni di fronte ad un pericolo sempre più imminente.

Luisa Pace


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